La frase latina Quid est veritas?, tradotta letteralmente, significa «Che cos'è la verità?».
La frase si trova nel Vangelo secondo Giovanni (18:38), ed è pronunciata da Ponzio Pilato durante il suo interrogatorio a Gesù. In questo passo Pilato replica alla dichiarazione di Gesù di essere venuto al mondo per «rendere testimonianza alla verità». Dopo di ciò, Pilato proclama alle masse di non riscontrare in Gesù nessuna colpa.
Il brano, in lingua greca, è attestato nel Papiro P52, risalente alla prima metà del II secolo. Il significato della domanda è stato oggetto di dibattiti tra studiosi testamentari, che però non sono giunti a solide conclusioni. La domanda di Pilato potrebbe essere intesa come uno scherno, se si considera il processo una farsa, o potrebbe significare che la verità è difficile da accertare.
Testo
Analisi
Il passo neotestamentario riflette la tradizione cristiana dell'"incolpevolezza di Gesù" alla corte di Pilato. L'innocenza di Gesù è importante nel Vangelo di Giovanni, dato che lo enfatizza quale Agnello di Dio.
Si noti che Gesù, sebbene non risponda alla domanda di Pilato (forse perché Pilato "uscì di nuovo" prima di dargli la possibilità di rispondere), crede di sapere la risposta. Durante la sua preghiera nel Getsemani, Gesù dice a Dio, "Consacrali nella verità. La tua parola è verità." (Giovanni 17:17)
Oltre all'incolpevolezza di Gesù, questo versetto riflette anche il rifiuto della verità di Dio: Gesù, il testimone di verità, venne respinto, ignorato e condannato.
Riferimenti letterari
Questo versetto è stato ampiamente citato e riportato nella cultura e letteratura occidentali, in particolare in ambito filosofico. Per quanto con la domanda di Pilato - sia che venga intesa filosoficamente, ironicamente, retoricamente, o nata da frustrazione per la mancanza di una semplice risposta - non sia affatto la prima volta che qualcuno mette in discussione la natura della verità, la frase è stata nominata spesso come un significativo verificarsi di tale ricorrenza.
Francesco Bacone usa questo pensiero per iniziare il suo saggio "Of Truth (Sulla Verità)", affermando che Pilato "non rimase ad aspettare una risposta". Propone la frase per introdurre il suo tema come affermazione di fede.
Friedrich Nietzsche ne fa un nodo della sua critica al cristianesimo nel suo L'Anticristo:
Questa domanda è posta da Jonathan Swift Somers (una specie di Ponzio Pilato) all'aspirante "profeta" Oaks Tutt ne Antologia di Spoon River: come nel Vangelo secondo Giovanni, non vi è una risposta.
Michail Bulgakov fittiziamente espande il rapporto tra Pilato e Gesù nel suo romanzo Il Maestro e Margherita. Un riferimento specifico a Giovanni 18:38 arriva nel Capitolo 2 del romanzo, dal titolo "Ponzio Pilato", in cui egli chiede la stessa domanda: "Che cos'è la verità?" ad un Gesù romanzato di nome Jeshua Ha-Nozri.
Secondo don Anacleto Bendazzi la domanda di Pilato non richiedeva risposta da parte di Gesù, perché essa era implicita nella domanda. Infatti, Agostino d'Ippona osservò che anagrammando Quid est veritas? si può ottenere est vir qui adest (è l'uomo qui davanti a te).
Note
Voci correlate
- Locuzioni latine
- Profezia biblica
- Vangelo di Giovanni
- Verità
Collegamenti esterni
- (EN) "Of truth", parte dei saggi di Francesco Bacone.
- (EN) Staying to tell the truth, parte 15 del saggio delle Chiese di S. Columba's Oxford and Cumnor United Reformed Church
- (EN) ""Che cosa è la verità?" - Prospettiva islamica, su islamfrominside.com.




